Lo Splendore : Da Rotari a Liutprando

Illustrazione di Fausto Chiodoni;

Per quanto durante il regno di Agilulfo e Teodolinda la situazione si fosse stabilizzata, ci vollero altri cento anni prima che i Longobardi completassero la loro metamorfosi. Alla detronizzazione del figlio di Teodolinda Adaloaldo, si succedettero numerosi Duchi, che avanzavano pretese sul trono d’Italia. La causa di questi alterchi era principalmente di natura religiosa, che in quel periodo era legata a stretto giro con le politiche di potere. I Longobardi infatti erano ancora frammentati tra Arianesimo, Cristia-nesimo e Paganesimo. La fazione cristiana ad esempio, figlia della memoria di Teodolinda, era sostenu-ta dalla chiesa di Roma, mentre Pagani e Ariani erano ancora intenzionati a conquistare interamente la penisola, per strapparla dal dominio Bizantino.

Per questo, i sovrani Longobardi che regnarono in quel periodo alternarono le conquiste a politiche atte a consolidare l’equilibrio tra i ducati che godevano, anche troppo, di una certa autonomia. Il più illustre rappresentante di questo dualismo “la mia mano può esse piuma o può esse fero” fu indubbiamente Rotari. Rotari alternò politiche espansionistiche, conquistando di fatto buona parte del sud Italia, e fece promulgare il famoso editto, con il quale codificò il diritto Longobardo, rimasto fino a quel momento in forma orale. Ad eccezione di Rotari, i Re Longobardi di quel periodo non ebbero regni lunghi. Le contese di potere tra i Ducati si inasprirono, arrivando persino a spaccare il regno a metà tra due fratelli in contesa. La situazione dell’Impero Bizantino inoltre, non aiutava la situazione : impegnato in altre guerre lonta-ne, non aveva risorse per gestire i Longobardi in Italia, lasciando di fatto le province a smazzarsela per conto loro. Se da una parte la chiesa di Roma cercava di sedurre i Longobardi cristiani, dall’altra parte L’Esarcato di Ravenna e le Pentapoli (le potenti città costiere della riviera adriatica) cercavano di ricon-quistare l’entroterra perduto dopo il passaggio di Rotari.

Per le province Bizantine la situazione non si sistemò mai del tutto, ma le cose cambiarono quando, più di cento anni dopo la morte di Teodolinda, salì sul trono d’Italia dopo una serie di contese e ammazzamenti, il giovane Liutprando. Liutprando viene ricordato forse come l’esponente più illuminato dei Sovrani Longobardi, e come negarlo? Effettivamente esibiva il pacchetto completo : In primis era cattolico, segnando di fatto la conversione finale dei Longobardi alla religione del popolo che dominavano. Sebbene non eccessiva-mente colto, fu un notevole Legislatore e mecenate, integrando l’editto di Rotari con numerose leggi a protezione del popolo (per dirne una, tutelò le donne e i minori dalla perdita di patrimonio e limitò pesantemente l’attività pagana). Infine era un valoroso guerriero e un capace generale : vinse in duello due soldati che avevano cospirato contro di lui e condusse numerose campagne militari di successo. Come Rotari, anche Liutprando cercò un equilibrio tra la pace e la guerra. In un primo momento seguì una politica di pacificazione con l’impero Bizantino, che nel frattempo si stava sgretolando da solo. Liutprando in realtà stava preparando un vecchio trucco Longobardo : sostituendo i Duchi che non gli erano fedeli con uomini leali, si preparò a colpire al momento giusto. Infatti, quando l’Esarcato scoppio in rivolta contro l’Impero per un inasprimento dei tributi, Liuprando approfittò del clima caotico per avvicinarsi alla chimera di ogni sovrano Longobardo : conquistare l’intera penisola Italiana.

Liutprando non riuscì nell’impresa per un soffio, ma mise in ginocchio l’Esarcato, che fino a quel momento aveva fatto il bello e il cattivo tempo, anche se non riuscì (come molti altri prima e dopo di lui) a prendere Ra-venna. Tuttavia il periodo di Liutprando mise fine alle contese religiose interne ai Longobardi. Sebbene non rinnegarono mai le proprie radici nordiche, dopo meno di duecento anni dall’arrivo di Alboino i Longobardi erano finalmente integrati nel tessuto sociale Italiano. Peccato che fu proprio l’ossessione per il sogno mancato di Liutprando, la conquista dell’Italia intera, a mettere la parola fine sulle dinastie Longobarde.