Di selve oscure, magie notturne e acque nere come l’inchiostro.

Trivia, il nome che ho scelto alla fine per la storia, è l’epiteto latinizzato dal greco Τριοδῖτις (Trioditis,venerata nei trivi), uno dei tanti nomi attribuiti ad Ecate. Molti di voi probabilmente sapranno di chi sto parlando, ma per chi non lo sapesse Ecate è un’antica divinità greca associata alla magia, agli incroci e alla luna: regna sui morti, i fantasmi e le creature notturne. Rappresentata a volte in triplice forma, con tre volti oppure tre corpi, nei racconti antichi è un personaggio piuttosto marginale e misterioso. Probabilmente perché, proprio come i romani, anche i greci arricchirono il loro pantheon con divinità di popolazioni annesse o conquistate, facendoci poi delle fan-fiction per integrarle nel multiverso olimpico.
Le origini di Ecate sono infatti pre indoeuropee e sono probabilmente databili a qualche epoca davvero remota, tra il neolitico e l’età del bronzo. Le più antiche raffigurazioni la ritraggono come una singola donna, accompagnata da segugi, e le stesse ossa di cane ritrovate nei dintorni, fanno pensare che le venissero donati in sacrificio. Questa cosa la collocherebbe come divinità di popoli cacciatori, uniche comunità ad attribuire ai segugi una tale importanza. Nella dimensione greca acquista però un’identità oscura, notturna, quasi demoniaca, ma ciò nonostante la troviamo ovunque: al fianco di Artemide, Perseide e Selene nel patrocinato della luna, sovrapposta a Proserpina negli inferi, adorata nei crocicchi, laddove le strade si incontrano e dove il collegamento favoriva lo spuntare di stamberghe, ostelli e altri luoghi dove nascevano, appunto, trivialità.
Trina come le parche, con cui condivide il legame ai riti funebri ma non quelli legati alla nascita, entrambi, guarda caso, appannaggio esclusivo del genere femminile all’interno delle comunità antiche.
Divinità psicopompa evocata dai negromanti, era libera di andare e venire dall’aldilà, di cui le acque, legate simbolicamente alle ninfe, ne simboleggiano una porta. Ecate era misteriosa, esotica e antica persino per gli stessi greci, e così anche la mia Trivia e i suoi cani, le ninfe e gli incroci non sono strettamente collegati, ma significati oscuri, portati dal fiume durante la notte.
Ogni scrittore, dai tempi antichi ad oggi, narra le gesta di questa signora della notte in modo un po’ diverso, e così abbiamo provato a fare anche noi, per quanto ella ci ha concesso: poiché Trivia dimora nella notte, decisamente più a suo agio ai margini di un racconto, piuttosto che esserne la protagonista.